Dall'industrialismo all'ecologia integrata, la sfida di Gugliotti: "Salviamo la nostra agricoltura"


TARANTO - Si continua a non parlare di agricoltura in questa campagna elettorale di secondo livello per l'elezione del Presidente della Provincia di Taranto, e si continua a non farlo malgrado un tessuto economico dinamico e propulsivo che genera per l'area ionica un valore di circa 600 milioni di euro ed impiega 30mila addetti, scarsamente considerati sia come valore economico sia come valore occupazionale territoriale.

Per il Patto dei Sindaci e degli Amministratori per Taranto il modello di sviluppo integrativo della provincia tarantina deve passare dall'agroalimentare, eccellenza di un'altra Taranto che non è solo acciaio e grande industria, che non è grigia e cupa, ma verde e azzura, come il colore dei nostri campi fertili e del nostro mare cristallino. Una vera e propria cromoterapia da applicare ad un territorio martoriato.

Basta guardarsi intorno, in una giornata di sole, per capire dove si trova la nostra ricchezza. L'agricoltura e la pesca sono il punto di partenza di tutta la nostra economia e meriterebbero un dibattito serrato, anche sui tavoli del Contratto Istituzionale di Sviluppo (CIS), dove è necessaria la presenza forte di una Provincia che conta, in grado di sollevare la questione ambientale, anche in termini di ricadute negative per il comparto agroalimentare, e di trovare le risorse per un modello di sviluppo integrativo al manifatturiero industriale.

Il Patto è sostenitore di un economia integrata, che non svilisca la storia industriale del territorio, ma che sappia valorizzare al contempo quelle che già oggi sono delle eccellenze produttive: vitivinicoltura, ortofrutta, pesca, miticoltura; salvaguardando queste produzioni dal danno di immagine subito in questi anni, in cui ci si è piegati troppo alla monocoltura dell'acciaio.

«Su questo fronte mi preme ribadire una necessità - dichiara il candidato del “Patto” alla Presidenza della Provincia Giovanni Gugliotti – vi è un impellente bisogno di mettere in atto operazioni di scambio e cooperazione maggiore tra dimensione rurale e marittima e dimensione urbana. Un cambio di prospettiva che si ottiene mettendo finalmente sul piatto della bilancia lo sviluppo negato e non solo quello da difendere, senza misurare le esternalità negative dello stesso su un’area a grande vocazione agricola, dove il comparto agroalimentare ha un valore elevato in termini di numero di addetti, imprese e ricchezza. Valori da esprimere non solo in termini di prodotto interno lordo, perché lo spazio rurale, così come quello marino, sono depositari di valori identitari forti, garanzia di azione efficace sulla qualità dell’ambiente (biodiversità, sicurezza, bonifiche) che a tutti noi dovrebbe stare a cuore».

Un approccio ecologico, una strategia comune, "integrata" appunto, che metta insieme ambiente, economia e comunità, è la proposta dal Patto dei Sindaci. Un modello che si differenzia dalla proposta industrialista del sindaco Melucci, sia per storia personale che per il tenore delle scelte fatte rispetto al destino del siderurgico: industrialista convinto come ha dichiarato di essere Martino Tamburrano.