De Cillis (M5S): "Decreto Emergenze, risposte concrete per il rilancio dei settori agricoli e ittici"

POTENZA - Con la conversione del decreto legge n 27 concernente il Rilancio dei settori agricoli e ittici in crisi e il sostegno alle imprese agroalimentari del 2019 al Senato il 15maggio 2019, si iniziano a dare risposte concrete ad un comparto, quello primario, fortemente in crisi.

All’interno dei 14 articoli, cui la commissione agricoltura della Camera ed in particolare il gruppo parlamentare M5S ha fortemente inciso attraverso l’impostazione di una risoluzione riguardante il comparto lattiero caseario e con l’istituzione dell’indagine conoscitiva sulla tematica della Xylella, vengono sviluppate misure mirate ai settori lattiero caseari (artt.1-5) olivicolo-oleario (artt 6-8) agrumicolo (art 9).

Oltre al carattere di aiuto straordinario che contraddistingue questo decreto, notevole importanza assume il valore strutturale che molti provvedimenti portano con sé.

Il mondo del latte made in Italy (ovino, vaccino e caprino) vengono sostenuti per la prima volta attraverso una tracciabilità totale: mensilmente sul Sian (sistema informativo unificato di servizi del comparto agricolo, agroalimentare e forestale) parallelamente a quanto già previsto per l’olio e il vino, i primi acquirenti saranno tenuti a registrare i quantitativi di latte ovino e caprino dei singoli produttori nazionali e i quantitativi di latte e dei prodotti lattiero caseari semilavorati importati da paesi Ue o extra comunitari. Inoltre le aziende che producono prodotti lattiero caseari saranno tenute a registrare mensilmente sempre nello Sian i quantitativi di ciascun prodotto fabbricato, i quantitativi di ciascun prodotto ceduto e le giacenze di magazzino.

Il controllo e le eventuali sanzioni saranno affidate all’ICQRF (Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari) in collaborazione con le autorità locali.)

Vengono previste misure fondamentali per il contenimento della diffusione del batterio Xylella che oramai è alle porte della provincia di Bari e che potrebbe dilagare nelle regioni limitrofe come la Basilicata, mettendo ulteriormente in ginocchio la produzione di olio lucano.

All’art 10 quater si indirizzano in maniera chiara, forse per la prima volta, i rapporti commerciali nell’ambito della filiera agroalimentare:

I contratti sulla cessione dei prodotti agricoli stipulati in forma scritta dovranno avere una durata non inferiore ai 12 mesi, verranno elaborati i costi medi di produzione da ISMEA mensilmente e la mancanza di almeno una delle condizioni richieste dall’articolo 168 paragrafo 4 del regolamento UE n 1308/2013 , nel caso sia fissato dall’acquirente un prezzo significativamente inferiore ai costi medi elaborati da ISMEA costituirà in ogni caso una pratica commerciale sleale. Tale pratica comporta una sanzione amministrativa pecuniaria dell’impresa acquirente fino al 10% del fatturato realizzato nell’ultimo esercizio, il tutto sarà vigilato dall’autorità garante dalla concorrenza.

Un provvedimento fondamentale per un comparto che vede nella difficoltà da parte dei produttori primari nel valore reale delle proprie produzioni il tallone d’Achille più importante.

Altre sfide però si intravedono all’orizzonte e rappresentano nodi importanti da sciogliere per l’intero comparto:

l’aggregazione reale tra i produttori, unico strumento in grado di fare massa critica sia nella contrattazione di tutti gli input necessari per fare impresa, sia per proporsi con maggiore forza rispetto alla grande distribuzione;

la programmazione delle produzioni in modo da evitare riversamenti di grandi quantitativi di prodotti sul mercato quando quest’ultimo risulta già saturo e che quindi per la legge dell’equilibrio tra domanda e offerta, impone prezzi poco vantaggiosi;

un miglior uso della Pac per la gestione dei rischi in agricoltura che negli anni a venire rappresenteranno il vero punto di svolta, tra la sopravvivenza di un territorio o il collasso economico dello stesso.