C'era una volta la terra - OasiCinema, il cinema dell'ecologia


POTENZA - Secondo appuntamento con OasiCinema, il cinema dell’ecologia, rassegna organizzata da Zer0971 Associazione di Promozione Sociale, mercoledi 8 luglio alle ore 21 presso il Cortile del Museo Archeologico Nazionale “Dinu Adamesteanu” in centro storico a Potenza sarà proiettato il documentario di Ilaria Jovine e di Roberto Mariotti “C’era una volta la Terra”.
Posti limitati, ingresso libero con prenotazione: info@zer0971.org Whatsapp: 3495564810
In caso di avverse condizioni meteo la proiezione si terrà nell’adiacente sala del Cortile.

“La terra narra la difficile gestazione delle sue vite e gli uomini la sentono vibrare sotto i piedi come una creatura viva.”

Scriveva così, in un articolo apparso nel 1943 su Il giornale d’Italia, Francesco Jovine, scrittore, giornalista e saggista molisano, morto nel 1950 a soli 48 anni, dopo aver scritto moltissimi articoli e reportage giornalistici, numerosi racconti e due romanzi (“Signora Ava” e “Le terre del Sacramento”), il secondo dei quali, pubblicato postumo, gli ha fatto vincere il Premio Strega.

La terra è fondamentale per la figura di Jovine e di terra si è spesso occupata la sua scrittura: la terra del suo Molise, la terra del Mezzogiorno d’Italia, la terra coltivata dai braccianti, la terra delle lotte contadine, la terra abbandonata per emigrare in America, la terra aggredita dal dissesto idrogeologico.

In “C’era una volta la terra”, le parole e le tematiche affrontate da Jovine si trasformano in una voce guida, affidata all’attore Neri Marcorè, alla luce della quale osservare, nella realtà di oggi, il rapporto che l’uomo ha con la terra, intesa come suolo da coltivare, territorio da salvaguardare e patria da cui emigrare o in cui immigrare.

Inevitabilmente, affiorano assonanze e dissonanze tra la realtà sociale, politica e antropologica descritta dallo scrittore e quella contemporanea vissuta dai personaggi raccontati nel documentario.

Tra di essi emergono la figura di un anziano professore di geografia ormai in pensione che, a bordo di un vecchio camper, si avventura tra le crepe di una frana o alle pendici di una discarica a rischio di smottamento, per riportare quanto ha visto agli studenti che ancora segue. La figura, misteriosa e quasi zen, di un giovane coltivatore che, in un isolamento da eremita, lavora la propria terra, vive dei suoi frutti e sperimenta innovative tecniche di coltivazione che raccoglie in un suo saggio. Infine la realtà multietnica di un’azienda Agricola, nella quale si distinguono due fratelli emigrati dal Punjab, ormai perfettamente inseriti nel nostro paese, e alcuni immigrati afghani, appena sbarcati in Italia e ospitati nel centro di accoglienza sorto all’interno della masseria stessa.