Wladimiro D'Arco tra musica e sociale: intervista


É disponibile da venerdì 21 febbraio 2025 su tutte le piattaforme digitali "Vieni con me" (e in distribuzione digitale Believe Music Italy), il nuovo singolo di Wladimiro D'Arco, scritto per i ragazzi della associazione ANFFASS. Ragazzi con disabilità. Nello specifico, in questo caso, Wladimiro immagina un ragazzo che non è in grado di parlare con il padre per motivi di salute e che vorrebbe dirgli tutte quelle cose. Il ragazzo dice: "...la vita e il futuro sono incerti per tutti, dove ti porterà non lo posso sapere, ma se vuoi, posso accompagnarti".

In questi giorni di sovraesposizione musicale, Wladimiro D'Arco ci regala timidamente un brano di cantautorato  rock commuovente e incredibilmente sentito dall'autore: un messaggio importante da assorbire sotto la pelle, lasciandosi trasportare dalle note catartiche di "Vieni con me". 

Abbiamo deciso di scambiare quattro chiacchiere con lui, per chiedergli qualcosa in più sull’intento nobile del suo pezzo e dei suoi progetti futuri.

Qual è la prima cosa che ti viene in mente quando pensi alla Basilicata?

La prima cosa che mi viene in mente quando penso alla Basilicata è l'immenso Rocco Papaleo  e lo straordinario film che è Basilicata Coast To Coast. Poesia, musica e il panino con  la frittata della madre. Uno di quei film che nessuno dovrebbe perdere. Delicato, geniale e bello.

Come sei entrato per la prima volta in contatto con la associazione ANFASS, e perchè hai sentito la necessità di portare un brano come questo? 

In contatto con l'associazione, il primo incontro non lo ricordo, è presente da sempre nel mio paese e si sa, nel paesino ci si conosce tutti. La necessità è venuta da un regalo che mi è stato fatto da un ragazzo  che ne fa parte e canta e suona anche lui.  L'Anffass di Atessa, ha un coro fatto dai ragazzi, diretto da Alessandra Celiberti. Ogni anno, organizzano nel teatro comunale, un concerto dove partecipano tutti. E questo ragazzo mi ha detto, Wladimiro, devi venire a sentirmi perchè canto la tua canzone Ti Capita Mai che mi piace tanto.  La sera del concerto non c'ero, purtroppo, però l'ho riguardato su video e mi ha commosso. Scoprire che qualcuno sceglie un tuo brano, mentre su quel palco sono salite le canzoni di Jovanotti, Queen, Giorgia e tanti altri artisti è davvero emozionante.  Voglio dire, poteva scegliere qualcosa di famoso e invece ha scelto un mio brano. Dopo lo reincontro e chiacchieriamo un po'. Mi dice che la serata la passerà da solo perchè a volte gli amici non lo chiamano, ma lui non se la prende e li perdona sempre.  Dopo questa frase, rimango folgorato, ricordo che ho pensato: “Ma tu guarda che bello, che bel caldo che c'è nel cuore di questo ragazzo” e lì doppia folgorazione. 

Questa la canto. Si, la scrivo e la canto. Al che chiamo Marco, il presidente e gli chiedo se possa far piacere se scrivessi una canzone per quei ragazzi e per la loro associazione. Ed eccola qui. 

La conversazione che lo ha ispirato è stata reale o immaginaria?

La conversazione che ha ispirato il brano è quella che a grandi linee ho raccontato poco fa, quella che c'è nella canzone è una conversazione che potrebbe essere reale, ma immaginata nella mia testa.

Come mai hai scelto proprio questo qui, come brano rappresentativo del tuo disco in uscita?

Perchè, alla fine, è un atto dovuto e poi, credo perchè possa funzionare e che abbia un bel tiro, come si dice in gergo.

Che cosa dobbiamo aspettarci?

Cosa aspettarsi non lo so, si va avanti, come sempre, facendo canzoni, quello che arriva, sarà solo, spero, meraviglioso

Leggiamo che hai fatto parte anche di alcune band. Quali sono gli svantaggi dell’essere oggi un artista solista?

Gli svantaggi non lo so, so quale è il mio problema, ho difficoltà a reperire muscisti che abbiano voglia di suonare e scommettere su qualcosa di nuovo, inedito e creativo. Invece, sono tutti a morire lentamente nel mondo delle cover band. Triste, per me, quando nelle persone e nel pubblico, non c'è più voglia di cercare qualcosa di nuovo e diverso.

Impressioni a freddo su Sanremo e questo periodo di hit imperante?

Le impressioni su Sanremo sono: “magari mi chiamassero a suonare lì”.  Anche se non usando l'autotune, non credo di avere molte possibilità al giorno d'oggi. Purtroppo, siamo figli della pubblicità, tutto e subito. Senza Poesia né ricerca.  Quella che facevano Fossati, De Andrè o Guccini per citare qualcuno che qualcosa di bello ha scritto. Le hit le pompano alla nausea perché le case discografiche, ormai, hanno bisogno di chi le compra. Chi compra sono i ragazzi e da ragazzi si va dietro a quello che sembra trasgressivo e il cattivo ragazzo di turno.  Ai tempi miei c'era Ozz y, prima ancora Mick, oggi c'è Tony Effe. Meglio o peggio? Questo lo tengo per me.


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