La transizione ecologica è uno dei temi più urgenti e trasformativi del nostro tempo ed è anche un processo ineludibile, perché dettato dall'imperativo di salvaguardare il nostro pianeta e garantire un futuro sostenibile per le prossime generazioni». Lo scrive il segretario generale della Cisl Basilicata Vincenzo Cavallo nella introduzione a Congiunture, il report periodico del centro studi del sindacato che dedica l’ultimo numero al tema della transizione ecologica. «La Basilicata, con la sua vocazione agricola, la sua biodiversità e la presenza di importanti giacimenti energetici – aggiunge Cavallo – è particolarmente esposta agli effetti del cambiamento climatico, ma allo stesso tempo può giocare un ruolo da protagonista nella ricerca di soluzioni innovative e sostenibili. La transizione ecologica avrà un impatto profondo e multifattoriale sul mercato del lavoro lucano».
Ma a che punto siamo con gli investimenti previsti dal PNRR proprio per governare la transizione ecologica? Il report, curato come sempre dalla responsabile del centro studi della Cisl Basilicata Luana Franchini, prende a riferimento il monitoraggio sullo stato di avanzamento dei progetti finanziati dal PNRR realizzato dal servizio studi della Camera dei deputati, aggiornato al 1° luglio 2025. Nel dossier si evidenzia che dei fondi complessivi destinati alla regione – pari a 2,29 miliardi di euro collegati a 5.192 progetti – la Missione 2 - Rivoluzione verde e transizione ecologica assorbe un terzo del budget complessivo (32,9%), risultando la voce di spesa più cospicua, a conferma del valore strategico degli investimenti per la green transition.
Nel dossier si evidenzia come, rispetto alla Missione 2, l’Investimento 1.1 - Realizzazione di nuovi impianti di gestione rifiuti e ammodernamento di impianti esistenti, che prevede il miglioramento e la meccanizzazione della rete di raccolta differenziata dei rifiuti urbani e la realizzazione di nuovi impianti di trattamento/riciclaggio, si registra un ritardo nella realizzazione degli interventi: al 31 dicembre 2024, infatti, la Basilicata è tra le regioni con le performance peggiori insieme a Calabria e Sicilia per quanto riguarda i tassi di raccolta differenziata.
Secondo Franchini «su questo aspetto occorre investire di più, anche in considerazione di quante opportunità produttive ed occupazionali possono crearsi legate allo sviluppo dell’economia circolare, ossia quel modello di produzione e consumo che implica condivisione, riutilizzo, riparazione, ricondizionamento e riciclo dei materiali e prodotti esistenti il più a lungo possibile». A questo proposito la responsabile del centro studi ricorda che rispetto agli obiettivi dell’Agenda 2030 – ridurre la quota di rifiuti urbani pro-capite del 26% rispetto al 2004; ridurre le emissioni di CO2 del 55% rispetto al 1990 – «la Basilicata segnala un notevole ritardo, secondo l’ultimo rapporto Asvis, al punto che questi obiettivi vengono classificati come non raggiungibili. Anzi si sta agendo in controtendenza rispetto alle azioni che sarebbero necessarie allo sviluppo sostenibile e alla transizione ecologica».
Come accelerare gli investimenti e come garantire una transizione ecologica sostenibile sul piano sociale e occupazionale? Per la Cisl la risposa è nel rafforzamento degli strumenti di partecipazione: «La transizione ecologica – spiega il segretario generale Cavallo – non può essere un processo burocratico subito ed imposto, è fondamentale che i lavoratori ed i sindacati siano coinvolti attivamente nella definizione delle strategie, sia a livello macro che a livello aziendale, perché solo attraverso il dialogo sociale e la contrattazione possiamo garantire una transizione equa e socialmente accettabile. Serve un patto sociale a livello regionale, progettato per governare efficacemente la transizione ambientale, dando priorità alla sostenibilità sociale. Questo patto è concepito come un quadro collaborativo che coinvolge tutte le parti sociali e le istituzioni, lavorando verso una visione condivisa per uno sviluppo equo e sostenibile in tutta la regione. Chiediamo a tutti gli attori – istituzioni regionali e locali, imprese, università, centri di ricerca, associazioni – di unire le forze in un grande patto per la sostenibilità e il lavoro, perché solo attraverso la collaborazione, il dialogo e la visione di lungo periodo – conclude Cavallo – potremo trasformare la transizione ecologica da potenziale minaccia in una concreta opportunità di sviluppo per la nostra Basilicata».
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