''Sembra esserci una marcia trionfale per l’incontro che ci sarà a Potenza il 23 ottobre prossimo, in cui si insedierà il tavolo tecnico ufficiale tra Dipartimento regionale alle Infrastrutture, Rete Ferroviaria Italiana e Ministero dei Trasporti, per definire l’adeguamento del tracciato Romagnano–Potenza agli standard dell’AV. Nelle scorse settimane abbiamo già depositato una formale proposta per la possibile bretella Polla–Potenza, con l’idea di una Basilicata cerniera tra Mezzogiorno e il resto dell’Italia che si connette all’Europa”. Lo dichiara il capogruppo del Pd in Consiglio regionale, Piero Lacorazza, che aggiunge:
“Con un’interrogazione depositata un mese fa abbiamo inoltre chiesto se siano state avviate iniziative concrete con il Governo, RFI e Italferr per la redazione del progetto di fattibilità del collegamento Alta Velocità Polla–Tito–Potenza e per la contestuale valorizzazione territoriale e della mobilità lungo l’attuale tracciato. Senza almeno questo, si rischia di parlare solo di aria fritta”.
“Nella stessa interrogazione – prosegue Lacorazza – abbiamo anche chiesto quali soluzioni si intendano adottare per ridurre i disagi legati ai cantieri dei lotti 1B (Romagnano–Buonabitacolo) e 1C (Buonabitacolo–Praia a Mare), con particolare attenzione alle aree della Val d’Agri e del Lagonegrese. Facciamo notare che la domanda posta è ‘se siano state avviate iniziative concrete’; domanda del tutto legittima dopo 6 anni e mezzo di governo Bardi e a seguito della permanenza del Governo Meloni quale il terzo più longevo della storia della Repubblica italiana. Ribadiamo questo concetto perché ci pare si stia ponendo molta enfasi sul ‘forse faremo’ e già da tempo abbiamo avanzato appunto una proposta.”
“Non dobbiamo precisare – sottolinea ancora Lacorazza – quanto abbiamo già scritto nelle scorse settimane, tanto in relazione ai fatti del passato tanto sul tracciato oggetto della riflessione (Matera–Ferrandina compreso) le cui risorse sono state messe, per circa 2,5 mld di euro, da governi del Centrosinistra, quanto sulle possibilità future aprendo un possibile spiraglio di trattativa in vista della scadenza della concessione ENI nel 2029”.
“Mettiamo le carte sul tavolo – conclude l’esponente del Pd – e capiamo di cosa stiamo parlando e se, oltre all’ennesimo tavolo, ci siano fatti concreti. Si parta con uno studio di fattibilità”.
GP
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