Giulia Mei, ''Mamma'' è il nuovo singolo: ''Dovremmo dare più ascolto a noi stessi''

MILANO - Dopo i numerosi riconoscimenti ricevuti per l’album d’esordio “Diventeremo adulti” (finalista Targhe Tenco, Premio Speciale M.E.I. e tra le migliori opere del 2019 per il Forum del Giornalismo Musicale), Giulia Mei, pseudonimo della cantautrice palermitana Giulia Catuogno, annuncia l’uscita del suo nuovo singolo “MAMMA!” (etichetta discografica Snowball Music Group), disponibile in digitale e in rotazione radiofonica: un brano apparentemente leggero, ma che accarezza temi come la violenza contro il personale sanitario, il ponte di Genova o l’ambiguo mondo di Tik Tok. Il 21 aprile uscirà il videoclip.

Giulia, che si è appena aggiudicata la vittoria dell’ottava edizione del concorso musicale “Genova per Voi” (a lei sono andate la Targa Siae per la migliore autrice e il contratto editoriale con Universal Music Publishing Ricordi), racconta così il nuovo brano, di cui ha scritto testo e musica: “una canzone dal gusto dance, tra arpeggiator e synth per parlare di questi tempi duri pieni di ipocrisie e contraddizioni. “Mamma, ti prometto che mi laureo/e mi trovo un posto fisso/ proprio accanto al crocifisso” recita il ritornello della canzone, volendo sarcasticamente alludere a quanto nonostante le problematiche della vita e del mondo siano ben più serie (specialmente in questo momento storico), nella nostra societá sembri piú importante garantire delle futili etichette, voltando la testa dall’altra parte.” La produzione è a cura di Giulia Mei, Vittorio Di Matteo e Dheli (Gabriele Deliperi). Il mix e mastering sono di Icaro Tealdi (Icarus Studio).

Mamma, il tuo nuovo singolo è una canzone dal gusto decisamente dance, tra arpeggiator e synth. Come e quando nasce questo progetto?

Il brano è nato durante il primo lockdown, che ho trascorso a Palermo. Improvvisamente ho sentito il bisogno di scrivere qualcosa che potesse raccontare quello che stavo vivendo, io come tanti altri in quel momento, come a voler esorcizzare in questo modo tutta la rabbia e il senso di impotenza che provavo, insieme alla frustrazione di dover assistere inermi a quel piccolo grande finimondo che si stava consumando fuori dalla porta di casa mia. Una volta scritto il pezzo ho lavorato per mesi alla produzione, produzione che ho portato a termine circa due mesi fa. 

Un brano che cita più o meno esplicitamente temi come la violenza contro il personale sanitario, il ponte di Genova o l'ambiguo mondo di Tik Tok. Da cosa deriva l’idea di unire questi temi apparentemente diversi? 

Volevo parlare della la gente, la gente comune, del mondo per come lo vediamo e lo viviamo, senza orpelli e senza girarci troppo attorno. Volevo raccontare la storia delle persone come si fa con i personaggi di un racconto che portano avanti il proprio intreccio personale ma alla fine finiscono per intrecciarsi tra loro, influenzandosi inevitabilmente l'un l'altro. Volevo parlare di tutti, nessuno escluso, ma non potendolo fare, ho scelto delle “figure” che potessero essere rappresentative, rappresentative di una decadenza che non risparmia  nessuno, né i preti né gli amanti e di un mondo senza Dio, dove i crocifissi sono gli esseri umani stessi.

Il ritornello della canzone è un urlo contro il perseverare di etichette in questi tempi così duri. Credi si possa realmente auspicare una decostruzione di futili costrutti culturali come quelli in questione? 

Credo assolutamente che si possa auspicare, anzi si deve. Tutti quanti, nessuno escluso, siamo vittime ma anche complici di queste etichette che sembrano ormai superate ma in realtá sono parte di noi e condizionano moltissimo la nostra vita, le nostre scelte, i nostri rapporti sociali e umani. Io provo a scrollarmele di dosso con la mia ironia e con la musica, é il mio modo di visualizzarle e “combatterle”, o di spingere gli altri a farlo, ma anche io in qualche modo ci sono dentro. Le nuove generazioni ci stanno lavorando, le vecchie dovrebbero dare piú ascolto alle nuove, tutti poi dovremmo dare piú ascolto a noi stessi. Forse é questa una delle strade possibili, o almeno me lo auguro.

Raccontaci qualche retroscena del videoclip che avete girato. 

E' stato molto divertente e interessante lavorarci, sia per quanto riguarda i preparativi prima delle riprese sia per quanto riguarda il giorno stesso delle riprese. Il team con cui ho lavorato é stato molto affabile e professionale e sono venute fuori tante belle idee che abbiamo poi sviluppato insieme, cercando di realizzarle per come le immaginavamo. E' un video nudo e crudo, semplice, proprio come la canzone, e vuole raccontare attraverso la potenza delle immagini un'umanitá che si crede infinita ma che in realtá é solo circondata da un infinito nulla, questo quello che volevo rappresentare,  spero di esserci riuscita.