MuoviAmo Tursi è contro la reintroduzione dei caprioli

 


E’ apparso un articolo di stampa sul sito online del quotidiano Calabria Diretta News al seguente link https://www.calabriadirettanews.com/2023/07/18/il-capriolo-una-specie-autoctona-e-preziosa-nel-parco-nazionale-del-pollino/. Nell’articolo si riporta che “L’importanza scientifica del nucleo di caprioli del Parco Nazionale del Pollino ha fatto sì che si avviassero progetti di conservazione e valorizzazione del cervide. Una ricerca mira a definire i luoghi, i tempi e i modi di effettuare una prima operazione di catture a cui saranno legati altri aspetti sia scientifici che di valorizzazione e conservazione. Le catture permetteranno contemporaneamente di avere individui da avviare al recinto di riproduzione e dell’area faunistica di Orsomarso. Altri individui saranno muniti di radiocollari per poter ottenere dati sull’ecologia della specie. Tutta l’operazione avrà come finalità la reintroduzione del capriolo in tutto il territorio del Parco, ma anche quello di fare ritornare la specie in aree esterne dove un tempo viveva”.

La Regione Basilicata è in piena emergenza di Peste Suina Africana a seguito del ritrovamento di cinghiali morti a causa del visus in alcuni Comuni della Provincia di Salerno a confine con la Basilicata. E’ presente una continuità nella vegetazione forestale tra i Comuni salernitani  interessati dalla Peste Suina Africana e il territorio del Parco del Pollino tale da alzare l’attenzione delle istituzioni sanitarie su qualsiasi attività antropica svolta nelle aree naturali che possa favorire la diffusione del virus.

Le condizioni di ristrettezza economica in cui versano gli enti locali competenti impedisce loro di far fronte alle richieste di risarcimento avanzate da agricoltori ed automobilisti per i danni diretti ed indiretti causati dalla fauna selvatica, tra cui i cinghiali e caprioli rappresentano la parte preponderante perché mammiferi di grossa stazza.

Se si dovessero verificare come vere le dichiarazioni giornalistiche precedentemente riportate, tali attività di reintroduzione del capriolo, “anche in aree esterne al Parco dove un tempo viveva”, sarebbe l’attestazione di una gestione della fauna selvatica totalmente sconnessa dalla condizione in cui oggi viviamo perché è proprio così che iniziò l’emergenza cinghiali che oggi sta costando milioni di euro ad agricoltori e cittadini e che ricade poi sui bilanci degli enti pubblici, dalla Regione alla Provincia fino ai Comuni.

Visto che non è specificato nell’articolo chi sia l’ente deputato a tali attività né in base a quali autorizzazioni svolge tali attività, MuoviAmo Tursi ha scritto all’Ente Parco del Pollino, ai Prefetti competenti per territorio e alle Regioni Basilicata e Calabria. E’ in potere degli Enti pubblici destinatari della nostra nota interrompere un qualsiasi programma di reinserimento di animali di grossa stazza (caprioli e cinghiali), sia nelle aree Parco che nelle aree ad esso esterne, al fine di prevenire ogni situazione di pericolo e per evitare occasioni di incidente e danni a cose e persone, con conseguenze negative immediate e dirette alla pubblica e privata incolumità.

Pertanto, abbiamo chiesto di verificare se è vero quanto dichiarato nell’articolo di stampa apparso sul sito online del quotidiano Calabria Diretta News in merito a progetti di reintroduzione del capriolo. Una volta attestata la veridicità delle dichiarazione, abbiamo chiesto di emettere un qualsiasi provvedimento teso ad interrompere immediatamente qualsiasi programma di reintroduzione del capriolo nel territorio del Parco del Pollino e “anche in aree esterne al Parco dove un tempo viveva”. Inoltre, abbiamo sollecitato di utilizzare tutte le risorse a disposizione degli Enti Parco, delle ATC, delle Province e delle Regioni programmati per attività rivolte allo studio della fauna selvatica per il pagamento dei risarcimenti fino 100% del danno nei confronti di agricoltori ed automobilisti danneggiati dalla stessa.